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Il piano di zona

Il Piano di Zona è un documento programmatico triennale con il quale i Comuni associati, in intesa con l’Azienda Sanitaria Locale, definiscono le politiche sociali e socio-sanitarie rivolte alla popolazione dell’ambito territoriale coincidente con il distretto sanitario.
Esso ha l’espressa finalità di dare attuazione alla Legge di riforma dei Servizi Sociali n.328/2000, in coerenza con il Piano regionale e nazionale degli interventi e dei servizi sociali, e di raccordarsi con la programmazione sanitaria distrettuale.
Il Piano di Zona ha lo scopo di costruire un sistema integrato di interventi e servizi, creando una rete di attori (Comuni, Azienda Sanitaria, Associazioni, gruppi di volontariato, Cooperative sociali, Fondazioni, Ipab, Case di riposo, ecc.).
Il Comune, in base all’art.6 della suddetta legge, diventa il fulcro della rete e l’interlocutore istituzionale di raccordo con la Regione per il reperimento dei finanziamenti, poiché è prevista una concertazione e una ripartizione delle spese, prevedendo anche risorse vincolate al raggiungimento di particolari obiettivi.
Il Piano di Zona è teso a favorire la formazione di sistemi locali di intervento, condivisi con le risorse di solidarietà e auto-aiuto presenti sul territorio, invitando, inoltre, i cittadini a partecipare alla programmazione e verifica dei servizi.
Il Piano di Zona individua:
– gli obiettivi strategici e le priorita di intervento, e inoltre gli strumenti e i mezzi per la realizzazione;
– le modalità organizzative dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali, i requisiti di qualità;
– le forme di rilevazione dei dati nell’ambito del sistema informativo;
– le modalità per garantire l’integrazione tra servizi e prestazioni;
– le modalità di realizzazione del coordinamento con gli organi periferici delle Amministrazioni Statali, in particolare con le scuole e l’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia;
– le modalità di collaborazione dei servizi territoriali con le risorse della comunità e del terzo settore;
– le forme di concertazione con l’Azienda Sanitarie e le Onlus.

Il sistema è integrato perché mette in relazione servizi che si offrono in strutture, servizi domiciliari, servizi territoriali, misure economiche, prestazioni singole o complesse, rivolte ad una persona o alla famiglia.
E’ necessario coordinare le politiche sanitarie, sociali, educative, formative, del lavoro, culturali, urbanistiche ed abitative poichè il sistema nella sua complessità deve assistere, prendersi cura, riabilitare,educare, formare, orientare e inserire al lavoro, offrire occasioni culturali e socializzanti, garantire la vivibilità delle case e della città.
E’ fondamentale un lavoro coordinato ed efficace che tenga insieme soggetti istituzionali e non, pubblici e privati, ed i cittadini.
L’obiettivo dell’integrazione delle politiche socio-assistenziali e socio-sanitarie è il miglioramento della qualità della vita di tutta la cittadinanza, tenendo in particolare considerazione i bisogni primari.
Per tendere al cambiamento tutti i soggetti sociali dovranno far sviluppare la capacità di programmazione, la capacità di coordinamento e coinvolgimento dei molteplici attori (portatori di specifici interessi e/o fornitori di servizi) e infine la capacità di adattamento all’ambiente e al continuo mutamento dei fenomeni sociali.

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