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La bomboniera del down

Sicuramente avrete sentito la notizia divulgata da tutti i telegiornali di quel ragazzo down che è stato picchiato dai suoi compagni di classe. Fiumi di inchiostro sono stati spesi per parlare e riesaminare il fatto, più di una trasmissione televisiva ha avuto questo argomento come cavallo di battaglia della sua scaletta giornaliera. Il filmato trasmesso su internet ha creato un enorme scandalo, anche perché è capitato in contemporanea con l’episodio della professoressa che attuava strane pratiche sessuali con i suoi studenti.
La mia intenzione non è quella di ribadire le accuse contro i ragazzi, ma vorrei sottolineare un fatto che dal mio punto di vista è degno di riflessione. Parto ponendomi un paio di domande cruciali: Perché ha fatto tanto scalpore questa notizia? E che cosa sarebbe successo se al posto di un ragazzo disabile ci fosse stato un ragazzo normodotato?
Credo che se al posto di quel ragazzo down ce ne fosse stato uno qualunque la notizia non avrebbe avuto tutte queste morbose attenzioni, poiché le zuffe tra compagni di classe sono una cosa quasi normale o quantomeno comune. E’ quindi la presenza della disabilità che ha fatto scattare in noi tutti quei meccanismi di curiosità e scandalo che i mass media hanno molto abilmente saputo utilizzare.
Un luogo comune che ci accomuna tutti è l’associare alla persona down alcune caratteristiche: dolcezza, allegria, l’essere indifesi, il bisogno di protezione… e nel momento in cui una persona down viene picchiata sentiamo come calpestate e maltrattate anche tutte queste caratteristiche: per dirlo metaforicamente, è come rompere una bomboniera piena di confetti che appartengono anche a noi, è come se qualcosa di estremamente prezioso e fragile che ci ispira senso di protezione venisse attaccato. L’aspetto che più ci colpisce è il fatto che dei soggetti forti si coalizzino e approfittino della loro potenza contro soggetti “più deboli”, colpendoli in ambiti in cui non hanno possibilità di difendersi. La cosa ci ferisce personalmente perché ognuno di noi, a piccole dosi, si scontra quotidianamente con situazioni di questo tipo. Questo scatena un grande senso di rabbia, la rabbia scatena accanimento che a sua volta produce audience.
Ma che tipo di immagine della disabilità è passata dai media che hanno approfittato della situazione? Chiaramente ne è uscita rafforzata l’immagine di svantaggio e di debolezza del mondo della disabilità, vista solo come vittima indifesa, poiché in quel contesto non aveva opportunità di riscatto. Ma va sottolineato che in un ambito, in un contesto diverso un diversabile può “giocare in casa” e può vedere riconosciute le sue qualità di persona e non essere etichettato come “carino, indifeso e allegro” secondo i luoghi comuni.
Resta ancora viva in me una domanda: Che cosa sarebbe successo se un ragazzo down avesse picchiato un ragazzo normodotato con gli occhiali?
Mi potete scrivere su claudio@accaparlante.it

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