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I minori stranieri non accompagnati in Francia

Un accompagnamento sociale ed educativo adattato a dei bisogni specifici
Quest’articolo tratta della problematica, che incontriamo in Francia, dei minori isolati stranieri. Secondo me, questo fenomeno è interessante a diversi livelli. Già sul piano politico perché confronta da un lato, la legislazione in materia di protezione dell’infanzia, e dall’altro, la regolamentazione restrittiva della lotta contro l’immigrazione. Inoltre, questo problema chiede ai diversi professionisti del campo sociale, di adattare le loro pratiche.

1-Chi sono i minori stranieri non accompagnati?
L’Alto Commissariato delle Nazione Unite per i Rifugiati (HCR) definisce i minori stranieri non accompagnati come: «bambini di meno di diciotto anni trovandosi all’infuori del loro paese di origine, separati dei loro genitori o di rispondendo loro legale, autorizzati per la legge o il costume».
Le cifre esistenti concernente la presenza dei minori stranieri non accompagnati sono vaghi e contraddittori. Al di là del numero annunciato localmente dalle diverse istanze, sociale, giudiziale, poliziesca, amministrativa, sembra difficile di render conto, in modo affidabile, della loro presenza in Francia. Tuttavia, ogni anno, circa 4000 o 5000 minori arrivano da solo, sul territorio francese.
Una sintesi, mostra che nel 2001, i minori stranieri non accompagnati erano (nell’ordine): Rumeni, Cinesi, Marocchini, Albanesi, e Congolesi, più o meno presenti secondo i Départements (unità amministrative, che corrispondono alle provincie italiane). Inoltre, la classe di età dei 15-16 anni è più presente (il 40%), e poi i 17-18 anni (il 34%), i 13-14 anni (il 16%), e i meno di 12 anni (il 8%).
Le ragioni politiche, familiari, economiche del loro arrivo in Francia, sono mischiate spesso nei motivi della loro partenza ma articoli tratti dal sito Internet sui diritti dei bambini (www.droitsenfant.com), e della «Revue d’Action Juridique et Sociale» (Rivista di Azione Giuridica e Sociale) permettono di definire un «tipologia» di questi minori stranieri non accompagnati:
Gli esiliati: Vengono dalle regioni in preda alla guerra ed ai conflitti etnici. I loro genitori sono stati uccisi o sono spariti. Sfuggono le persecuzioni, l’arruolamento costretto nell’esercito o le truppe ribelli. Certi sono passati dai campi di rifugiati, altri sono stati raccolti dalle comunità religiose o delle organizzazioni umanitarie che li mettono al riparo e fanno prender loro una nave o un aereo.
I «mandatés» (= inviati): I loro genitori danno loro «mandato» di andare in Europa per lavorare, e per mandare denaro alla famiglia rimasta al paese. Il loro ambiente può mandare questi bambini anche per studiare o imparare un mestiere. Nel loro caso, la famiglia, consenziente alla partenza, ha speso le sue ultime economie per pagargli il viaggio.
Gli sfruttati: Questi giovani sono sotto lo controllo di trafficanti di ogni tipo, talvolta con la complicità dei genitori o della famiglia, prima ancora di arrivare in Francia. Lo sfruttamento può prendere parecchie forme: prostituzione, lavoro clandestino, mendicità, trasporto di droga o attività criminali.
I fuggitivi: Entrano nello schema tradizionale di fuga dal domicilio a causa di un conflitto familiare o di maltrattamenti, e la loro fuga li porta al di là delle frontiere del loro paese.
Gli erranti: Erano già in situazione di «errance» nel loro paese di origine. Vivevano della mendicità, di piccoli impieghi di fortuna, addirittura di prostituzione. Decidono di tentare la loro fortuna in un paese ricco.

2-Quella protezione per questi giovani?
Il dispositivo legislativo relativo ai minori non accompagnati è esteso, complesso, e fronte di un malinteso da parte di diversi attori istituzionali, quindi esporrò qui, soltanto le misure di protezione di questi giovani.
L’interesse superiore del bambino definisce che i minori stranieri non accompagnati siano considerati innanzitutto come bambini, al di là della loro qualità di straniero. La difficoltà è allora di sapere se il giovane è veramente minore o no, e dunque se dipende dalle misure di protezione dell’infanzia o se deve temere di essere considerato come immigrato clandestino, (bisogna sapere che la Francia adotta da parecchi anni misure molto repressive in materia di immigrazione). A titolo della protezione per l’infanzia in pericolo, questi giovani devono beneficiare delle stesse misure di protezione dei minori francesi di cui «la salute, la sicurezza, o la moralità sono in pericolo, o se le condizioni della loro educazione sono compromesse gravemente».
Il sistema di protezione dell’infanzia francese non è facile da capire per gli stranieri, quindi, preferisco spiegare schematicamente come si svolge da noi, cioè chi è competente in materia di protezione di questi minori.
(Il sito Internet «www.infomie.net», relativo ai dispositivi amministrativi, giuridici e giudiziali che riguardano i minori stranieri non accompagnati, spiega questi punti in dettaglio. Se siete interessati e se volete saperne di più, chiedetemi.)

In Francia, il dispositivo di protezione dell’infanzia è organizzato su due piani; da un lato, una protezione amministrativa, che dipende dal Département*, coll’articolo 223-2 del Code de l’Action Sociale et des Familles (Codice dell’Azione Sociale e delle Famiglie); dall’altro, una protezione giudiziaria, che dipende dal Juge des Enfants (Giudice dei Bambini) con l’ordinanza del 23 décembre 1958 e l’articolo 375 dal Code Civil (Codice Civile).

La Francia si suddivide in 100 unità amministrative (96 + 4 oltremare), i «Départements*» cui si sono visti attribuire un certo numero di competenze per le leggi successive di decentralizzazione. Dalla decentralizzazione, i Départements sono molto potenti nel campo dell’azione sociale: sono competenti per lo sostegno degli anziani (personnes âgées), dei disabili (personnes en situation de handicap), dell’inserimento, della famiglia, della protezione dell’infanzia…ecc.

3-Quale specificità nell’accompagnamento socio-educativo dei minori isolati stranieri?
La presa in carico in istituzione (dal tipo «Foyer socio-éducatif» o «Maison d’Enfants à Caractère Social») di un minore, è caratterizzata generalmente da un accompagnamento sociale fondato sulla nozione di traiettoria di vita e sulla ricerca di una collaborazione con la famiglia. In compenso, il minore straniero isolato, solo e senza rappresentante legale, non ha più né riferimenti né risorse culturali o familiari..
Inoltre, alcuni studi psichiatrici hanno messo in evidenza l’innalzamento della proporzione di disturbi presentati da questi minori come agitazioni nel sonno, somatizzazione, stati di stress post traumatico o di depressione, dovuti sia all’esperienza della migrazione che ad una storia molto spesso traumatica.
Una delle particolarità del sostegno impegnato vicino a questi minori consiste allora nella ricostruzione di nuove risorse e di nuovi riferimenti. Si tratta, in questo accompagnamento, di prendere atto della loro solitudine, ma anche di tenere conto di un punto di vista più globale del loro vissuto e della loro storia.
La presa in carico di questi giovani porta gli operatori sociali ad adottare nuove prassi, a realizzare passi inabituali, ed ad essere in contatto con istituzioni talvolta misconosciute: prefettura, Office Français de Protection des Réfugiés et Apatrides (Ufficio Francese di Protezione dei Rifugiati ed Apolidi), Education Nationale (sistema scolastico ed educativo francese), Tribunali, associazioni (per il diritto d’asilo, diritto degli stranieri…); o specialisti (etnopsichiatri, avvocati, interpreti…).
La presa in considerazione della singolarità dello statuto di questi minori sul territorio francese e del contesto politico in cui si iscrivono, si rivela indispensabile nell’accompagnamento attivo degli operatori sociali. L’emergenza nella quale si trova la maggior parte di questi giovani, l’angoscia generata dall’attesa di una regolarizzazione, pone la questione dell’impegno degli attori sociali negli interventi, a volte al limite del ambito giuridico.
Tener conto delle specificità giuridiche, biografiche, amministrative, psicologiche o culturali della loro situazione, appoggiandosi sulle risorse di questi giovani, sembra una condizione indispensabile all’iscrizione del loro progetto di vita in un ambiente naturale che non sarebbe più sconosciuto e che permetterebbe loro di trovare un posto in questo nuovo paese dove l’esilio li ha condotti.

Bibliografia:
– Sintesi di lavori sull’immigrazione e la presenza straniera in Francia, «Nationalités et continents des mineurs isolés». Extraits de «Synthèse de travaux sur l’immigration et la présence étrangère en France» réalisée par Angelina Etiemble – Migrations études n°109. Septembre-Octobre 2002.Pages 3 à 5
-«La situation en France. Les mineurs étrangers isolés» www.droitsenfant.com/mineurisoles.htm
– «Quelle protection pour les mineurs isolés en France?», Angelina Etiemble, Revue d’Action Juridique et Sociale, n°243. Mars 2005. Pages 14 à 19.
– Article 375 du Code Civil
– «Le dispositif de l’aide sociale à l’enfance» , «Le dispositif juridique et judiciaire», www.infomie.net
– «Troubles psychiatriques et psycho traumatisme chez les mineurs isolés étrangers», Estelle Griffaton, Le journal des psychologues, n°222. Mars 2004. Pages 68 à 72

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