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Pari opportunità per i GIOVANI e piena Partecipazione alla società (I parte)

“Investire nella gioventù significa investire nella ricchezza delle nostre società di oggi e di domani”
La Partecipazione dei giovani alla società civile ha assunto sempre più centralità nelle politiche sociali europee, dato che investire sui giovani significa investire sul futuro senza perdere di vista il passato, per poter migliorare e innovare quella che è la nostra società attuale.
La strategia di Lisbona è l’elaborato finale della sessione straordinaria tenuta dal Consiglio europeo nella primavera del 2000, occasione in cui è stato definito l’obiettivo strategico per l’Unione al fine di sostenere l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di un’economia basata sulla conoscenza. Proprio a Lisbona fu messa in evidenza l’importanza di dover adottare misure per i giovani, dati i tassi elevati, a livello europeo, di disoccupazione strutturale e di abbandoni scolastici e il ritiro in massa dei lavoratori più anziani dal mercato del lavoro al raggiungimento dell’età pensionabile.
Il primo passo, che seguì, fu la redazione del Libro Bianco della Commissione Europea intitolato ‘Un Nuovo Impulso per la Gioventù Europea’, che ha il merito di aver iniziato formalmente a considerare i giovani come la principale risorsa del nostro futuro: risorsa intesa prima di tutto in senso umano e poi in senso economico. Il Libro Bianco sottolinea l’importanza e l’urgenza di “considerare la gioventù come una forza nella costruzione europea e non come un problema da gestire”. Suggerisce, inoltre, di inserire la dimensione ‘gioventù’ nell’insieme delle politiche, consentendo di attuare appunto delle politiche trasversali ed integrate che mirino a favorire la partecipazione attiva dei giovani in tutti i processi decisionali. Un’Europa in cui la qualità della vita preveda un sistema dove la sostenibilità economica vada di pari passo con la sostenibilità sociale, culturale ed ecologica.
In una lettera del 29 ottobre 2004, i capi di Stato e di Governo di Francia, Germania, Spagna e Svezia hanno presentato una proposta di Patto Europeo per la Gioventù finalizzato a ridurre la disoccupazione giovanile e ad agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro.
Tale proposta è stata ufficializzata dal Consiglio Europeo, il 22-23 marzo 2005, con il Patto Europeo per la Gioventù, teso ad orientare le politiche giovanili verso il raggiungimento degli obiettivi della strategia di Lisbona. La posizione dei giovani è stata inizialmente letta, difatti, come un problema sociale mente utilitaristica è cambiata in concomitanza alla necessità di superare la visione tecnocratica dell’Europa lasciando spazio ad una visione sociale e politica, ovvero all’Europa dei popoli e dei cittadini. Il senso di appartenenza, il “sentirsi europeo”, deriva da una coscienza culturale comune che l’Europa ha il dovere di coltivare nella stessa misura della dimensione economica. Nella nuova prospettiva europea, i giovani sono una risorsa umana, prima che economica, in grado di partecipare attivamente ai processi decisionali e di valorizzare la loro identità culturale in un ottica interculturale. Il Patto Europeo per la Gioventù è stato una verifica in itinere dell’attuazione della strategia di Lisbona e del Libro Bianco per i Giovani, ma, in maniera contraddittoria, nel definire i nuovi programmi e le nuove azioni da attuare, non ha promosso una governance europea in merito, tralasciando la possibilità di coinvolgere direttamente i giovani.
Le misure che comunque sono state indicate nel patto, sottolineano l’esigenza di investire nella formazione, nell’istruzione, nell’integrazione e inclusione sociale, nella mobilità lavorativa e formativa, e in interventi di conciliazione della vita lavorativa, personale e familiare. Tali misure, che possono essere così sintetizzate, sono elementi importanti nell’ambito della strategia europea per l’occupazione:
«Attrarre un maggior numero di persone nel mercato del lavoro e modernizzare i sistemi di protezione sociale», ossia proporre misure per ridurre la disoccupazione giovanile, come il miglioramento della formazione professionale e lo sviluppo dell’apprendistato, nonché provvedimenti per garantire che le politiche attive a favore del mercato del lavoro rivolgano un’attenzione particolare ai giovani disoccupati. Inoltre, promuovere una serie di iniziative volte a migliorare le strutture di assistenza all’infanzia, agli anziani e ai disabili, nonché l’estensione dei congedi parentali ai padri permette di conciliare più facilmente vita professionale e familiare.
«Investire maggiormente nel capitale umano tramite un miglioramento dell’istruzione e delle competenze», cioè rivolgersi specificamente alle giovani generazioni, dotando tale categoria del capitale umano e delle qualifiche necessari in un’economia dinamica basata sulla conoscenza.
– Anche le misure previste per «Aumentare e migliorare gli investimenti destinati alla ricerca e allo sviluppo» — connesse alla capacità di accrescere il capitale umano nell’economia — andranno a vantaggio delle giovani generazioni offrendo nuove prospettive di carriera.

Il Patto Europeo per la Gioventù si può considerare, come già detto, il primo atto europeo che ha iniziato ad attuare concretamente quelli che erano gli obiettivi prefissati dalla strategia di Lisbona, mirando ad una collaborazione orizzontale delle varie forze politiche, affinché si potesse attuare il Programma ‘Gioventù in azione’. Questo programma di educazione non formale promuove progetti europei di mobilità giovanile internazionale di gruppo e individuale attraverso gli scambi e le attività di volontariato all’estero, l’apprendimento interculturale e le iniziative dei giovani di età compresa tra i 13 e i 30 anni. I destinatari del programma sono i gruppi di giovani, le organizzazioni giovanili, gli animatori giovanili, le autorità locali, le organizzazioni operanti nel terzo settore, tutti coloro che lavorano con e per i giovani. Con la proposta di un programma per la gioventù 2007-2013, la Commissione mira a prorogare il programma “Gioventù” del periodo 2000-2006 e il programma del periodo 2004-2006 per la promozione degli organismi attivi nel settore dei giovani. Allo scopo di associare attivamente i giovani alla società in qualità di cittadini, il programma si prefigge di rinforzare il loro sentimento di appartenenza all’Europa. Esso deve al pari contribuire all’educazione, nel senso ampio del termine, e consentire di sviluppare il loro senso di solidarietà e di comprensione reciproca.
Durante il Consiglio europeo di primavera del 2007, il Consiglio ha definito, per rinnovare l’attuazione del Patto Europeo per la Gioventù, quattro priorità:
1-sostegno ai giovani nella transizione tra istituzione, formazione e lavoro;
2- necessità di cammini individuali verso l’integrazione;
3- necessità di strategie coerenti locali e regionali per l’attuazione del Patto;
4- una più concreta inclusione della dimensione giovanile nell’attuazione complessiva della strategia di Lisbona.
Il Consiglio Europeo, infatti, considerando tutti i provvedimenti posti in essere in materia di gioventù fino ad ora, ha invitato nuovamente gli Stati membri, con la presente Risoluzione, ad adottare le misure necessarie per attuare il Patto alle specificità politiche, istituzionali e governative dei singoli Stati membri.

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