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Sfumature del vissuto quotidiano dei minori: un terreno minato, tra devianza e rischio di criminalità. La prevenzione ed i processi di inclusione sociale (VI parte)

Il minore e lo scenario dei servizi
Proviamo ad usare adesso una grande lente d’ingrandimento, per specificare la vasta gamma di possibili e diversi servizi rivolti ai minori, con lo scopo di prevenire forme antisociali. Saranno classificati in dodici modelli.
Il primo modello racchiude al suo interno i servizi che rispondono al bisogno del minore, dove egli originariamente vive: saranno suddivisi in tre livelli, a seconda della qualità funzionale della risposta che devono offrire. Al primo livello appartengono i servizi la cui risposta è rivolta a tutti; al secondo livello appartengono i servizi la cui risposta è rivolta ad alcuni soggetti o alcune categorie di bisogni e al terzo livello appartengono i servizi la cui risposta è altamente specializzata.
Il secondo modello è il presidio: un’unità di offerta strutturata, che si preoccupa di offrire una risposta ai bisogni del minore che vi è stato inviato.
Il terzo modello racchiude al suo interno i servizi rivolti ai minori, in base al criterio del tempo della risposta: interventi di tipo ambulatoriale, domiciliare, diurno o residenziale.
Il quarto modello racchiude al suo interno i servizi rivolti ai minori, in base al criterio del contenuto dell’intervento: integrazione, educativo-sanitario, educativo-assistenziale, socio-educativo e socio-sanitario.
Il quinto modello definisce i servizi, in base al criterio dell’orientamento dell’intervento: clinico-medico, psicoterapico, psicosociale, antropologico, educativo, rieducativo, ecc.
Il sesto modello prevede servizi sulla natura funzionale e prevalente dell’intervento: prevenzione primaria, secondaria e terziaria; intervento diagnostico-curativo; abilitativo e riabilitativo; integrativo.
Il settimo modello introduce il referente della risposta o dell’intervento: nel soggetto, nella famiglia, nella famiglia allargata, nel vicinato, nel quartiere, nel Comune, nel distretto socio-sanitario.
L’ottavo modello parla di individuazione e di classificazione dei servizi: riferibili al materno-infantile, all’adolescenza, ai giovani, ai giovani adulti, alla terza e quarta età.
Il nono modello rappresenta i servizi costituiti sull’area del bisogno: disabilità, tossicodipendenza, alcooldipendenza, malattie mentali, emarginazione o marginalità, non autosufficienza.
Il decimo modello racchiude al suo interno i servizi rivolti ai minori, in base alle finalità o all’obiettivo dell’intervento.
L’undicesimo modello definisce i servizi, per l’imputazione della spesa: il fondo sanitario nazionale; il fondo sanitario nazionale per gli interventi a rilievo socio-assistenziale, gli interventi educativi, gli interventi socio-educativi, ecc.
Il dodicesimo modello fa nascere il servizio dal suo riconoscimento giuridico: in base alla legge alla quale fa riferimento (nazionale, regionale, provinciale) e nella sua natura giuridica della risposta (servizi statuali, regionali, provinciali o comunali, privato sociale).
Classificheremo allora i servizi in tre grandi appartenenze:
1. un servizio erogato là dove il minore o la famiglia ordinariamente vive: è essenzialmente di tipo domiciliare e la forma di assistenza può variare da informazione, comunicazione, consultazione psicologica ed educativa al minore portatore di particolari difficoltà; servizi dediti all’assistenza educativo/scolastica, di supporto familiare o extrafamiliare, di assistenza infermieristica – riabilitativa – terapeutica, ecc.
2. un servizio erogato nel luogo cui il minore accede obbligatoriamente e non: interventi di tipo ambulatoriale, diurno o residenziale (consultori familiari, centri di consulenza ed aiuto materno-infantile, centri di consulenza ed aiuto familiare, centri diurni comunità e servizi per tossicodipendenti o alcooldipendenti, centri socio-educativi per disabili, comunità alloggio per minori, gruppi famiglie, centri residenziali per minori, residenze sanitarie o assistenziali, comunità protette, ecc.)
3. un servizio erogato dove vivono la persona e le persone che offrono aiuto o erogano il servizio: affido assistenziale e terapeutico, adozione nazionale, adozione internazionale, associazioni di famiglie, centri o gruppo di self-help, centri d’ascolto, aiuto – supporto – recupero scolastico e doposcuola, gruppi di promozione sociale, ecc.
C’è la necessità allora di creare le condizioni perché essi crescano in armonia con se stessi, con gli altri pari, con la realtà nella quale vivono e con il mondo che li circonda.

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