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Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati

Il Programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato dall’ANCI a partire da marzo 2008, ha consentito di attivare in sistema nazionale, decentrato ed in rete, di presa in carico ed integrazione dei minori stranieri non accompagnati, con l’obiettivo di accrescere la tutela dei minori stessi attraverso un sostegno ai Comuni nella messa a punto di servizi specifici in una logica di standardizzazione degli interventi.
Il Programma ha permesso di inquadrare il fenomeno in una prospettiva nazionale e nell’ottica di una positiva collaborazione e condivisione di responsabilità e oneri tra amministrazione centrale e autonomie locali, sostenendo i costi e le attività della pronta accoglienza e avvalendosi di un organo di coordinamento tecnico centrale a servizio degli Enti Locali.
Considerati i risultati positivi ottenuti con la I fase di sperimentazione il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha finanziato la II fase del Programma, avviata a marzo 2010, con l’obiettivo di consolidare e rafforzare il sistema nazionale attraverso sia il potenziamento della rete di pronta accoglienza dei minori già costituita nella fase precedente, sia il suo ampliamento attraverso l’ingresso di nuovi Comuni Capoluoghi di provincia particolarmente interessati dalla presenza dei minori stranieri non accompagnati.
Ad oggi dunque il Programma può contare su una rete di 32 progetti territoriali, sul territorio 14 Regioni, 29 Provincie e 56 Comuni che comprendono anche le grandi città metropolitane dove la presenza dei minori stranieri non accompagnati è particolarmente rilevante: tra queste Milano, Torino, Genova, Venezia. Roma, Napoli e Bari.
Al 20 marzo 2011 nel Programma hanno trovato ospitalità circa 1.758 minori, per un totale di oltre 93.000 giornate di accoglienza complessivamente erogate.
I minori accolti provengono prevalentemente da Afghanistan, Bangladesh, Kosovo, Egitto, Albania, Senegal e Marocco, per il 96% sono maschi e ultrasedicenni per il 75%.
Inoltre sono più di 70 minori che hanno potuto usufruire di accoglienza presso famiglie, sia italiane che straniere, coerentemente con l’intento di rafforzare e specializzare la sperimentazione e la promozione dell’utilizzo dell’affidamento familiare come strumento qualificante dei percorsi di accoglienza ed integrazione sociale anche dei minori stranieri non accompagnati da parte degli Enti Locali. Tale sperimentazione ha portato alla definizione di modalità, sia full time che part time, anche innovative, che vanno dall’affido a famiglie o a persone singole della stessa nazionalità del minore o culturalmente affini, all’affido a famiglie straniere di nazionalità diversa, all’affido a giovani adulti già minori stranieri non accompagnati in carico ai servizi sociali ben inseriti nel contesto socio-economico territoriale, all’affido a italiani sia persone singole che famiglie con figli.
Le modalità operative proposte dal Programma hanno anche favorito il proficuo coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore coinvolte dai Comuni come enti attuatori per coadiuvarli nelle diverse attività rivolte ai minori; sono più di 100 gli enti che intervengono sulle diverse azioni(affidamento, accoglienza, tutela legale, mediazione interculturale, inserimento socio-lavorativo), con il coinvolgimento di centinaia di operatori qualificati.
L’estrema variabilità dei flussi di ingresso, relativamente sia all’entità che alla distribuzione, confermano la necessità che le attività di accoglienza realizzate localmente siano sostenute da risorse economiche che lo Stato centrale destini ai territori in base alle specifiche necessità e attraverso meccanismi snelli e flessibili.

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