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La Comicoterapia: Le figure professionali previste (III parte)

Il volontario del sorriso
Il volontario del sorriso lavora insieme ad altri volontari e fa interventi di animazione per bambini, anziani, diversabili. La sua formazione non è notevolmente complessa, ma lo rende in grado di lavorare in staff in molti contesti, primo fra tutti quello ospedaliero. Volontari, però, lo possono diventare anche ex Clown Dottori che non sono più in grado di prestare servizio in ospedale e che hanno scelto di offrire il loro tempo liberato a favore di campagne/iniziative/eventi che riguardano i progetti dell’associazione di cui fanno parte. Sono preparati e formati per organizzare e mettere in scena animazione in strada e/o spettacoli in strada. Possono diventare volontari: educatori, insegnanti di scuole materne, teatranti di strada, attori, giocolieri, circensi, animatori, o volontari in attesa di fare il corso per clown di corsia o volontari già clown di corsia (come citato) che per un qualche motivo non riescano più a mantenere l’impegno richiesto dall’associazione.

Il Clown Dottore

I Clown Dottori (figure denominate anche Dottori Sogni, Dottori Sorriso ecc…) sono una nuova realtà della gelotologia. Presenti in moltissimi ospedali in tutto il mondo, in Italia la loro opera si estrinseca da vari anni in molti ospedali, soprattutto nel centro-nord del Paese. Il Clown Dottore opera per rendere migliore la qualità della degenza dei bambini ricoverati nel reparto pediatrico (e nel day hospital), facilitarne le cure ospedaliere, puntando all’ottimizzazione relazionale delle risorse coinvolte nell’intervento ed in ultima analisi all’umanizzazione dell’ospedale. Il Clown Dottore, (che in genere opera due/tre visite settimanali di due/tre ore ciascuna), riassume in sé le caratteristiche dell’animatore, del clown, dell’attore, del burattinaio, dell’operatore di laboratorio creativo ecc…, avendo però strutturato la propria professionalità appositamente per operare in ospedale.

Egli riceve una formazione specifica per interagire, in un ambiente difficile e complesso come quello ospedaliero, con il singolo bambino, all’interno della sua rete di relazioni (genitori, personale), anche nello spazio che egli occupa nella degenza (il lettino, la cameretta). La sua prestazione è una vera e propria terapia di sostegno, con il segno morbido di chi ha appreso ad operare in situazioni difficili, la duttilità e la flessibilità necessarie a comprendere cosa serve in quel certo momento per quel certo bambino. Suo compito è sdrammatizzare le pratiche sanitarie, mutare segno alle paure, far esprimere, gestendole, la rabbia, l’ansia, la paura e l’angoscia. Gran parte del suo lavoro, infatti, avviene nella cameretta di degenza, con un rapporto quasi sempre 1/1, come agiscono, del resto, i sanitari del reparto, con i quali il Clown Dottore ha un rapporto/scambio continuo.

I Clown Dottori operano (tranne per le emergenze) sempre in coppia: un meccanismo assai collaudato che consente di essere realmente attivi e terapeutici non solo nei confronti del piccolo ricoverato, ma anche dei genitori presenti e del resto del reparto. Spesso infatti, alla paura dei piccoli degenti, si unisce anche l’ansia e l’angoscia dei genitori, in una spirale che si autoalimenta. La figura del Clown Dottore, così, relazionandosi anche con le figure di riferimento dei piccoli, è in grado di stemperarne l’ansia e far defluire lo stress del ricovero. Non casualmente la sola presenza dei Clown Dottori è in grado di mutare radicalmente l’atmosfera dei reparti. Anche il personale sanitario riceve beneficio dal suo servizio, oltre che direttamente (il Clown Dottore sa interagire con gli adulti), anche indirettamente, poiché facendo calare i livelli dell’ansia, facilità il rapporto terapeutico dei sanitari con i piccoli pazienti.

La denominazione di Clown Dottore è stata scelta per alcuni precisi motivi. In primo luogo si tratta di una figura di per sé terapeutica; in secondo luogo egli indossa un camice, per quanto variamente trasgressivo; poi opera in stretto contatto con l’équipe ospedaliera, pur essendo l’unica figura la cui presenza può essere rifiutata dal bambino o dalla sua famiglia. Questo “poter essere rifiutato” restituisce potere al bimbo o al ragazzo, in un contesto in cui egli (ed anche la sua famiglia) sono privi di possibilità di scelta. Anche in questo modo il Clown Dottore si adopera per ripristinare il mondo normale dei degenti.

Diversamente addestrato il volontario del sorriso potrebbe non essere in grado di leggere i segnali emergenti nella situazione specifica in cui si trova ad operare, con il rischio di superdosare (o sottodosare) il proprio intervento, di non finalizzarlo specificamente al tipo di bambino (e al tipo di patologia) che ha di fronte; spesso può capitare che egli sia prestissimo preda di burn out, senza contare evidenti rischi traumatici per i piccoli degenti. Non solo: il Clown-Dottore per operare al meglio, deve conoscere di volta in volta, e sempre nell’ambito di una rigida deontologia professionale, l’evolversi delle degenze, lo stato esatto in cui trova i piccoli pazienti. Ben diverso dovrà essere il suo atteggiamento nei confronti di un piccolo ricoverato pieno di rabbia (magari per un esame doloroso appena subito) o uno spaventato, in attesa di una diagnosi o di un esame di laboratorio invasivo.

Tutto questo può avvenire solo, dunque, in presenza di uno stretto contatto del Clown Dottore con l’équipe sanitaria e, se presenti, le componenti scolastiche, in brevi momenti informativi che necessariamente precedono l’intervento in corsia e che lo mettono in grado di scegliere, di volta in volta, in maniera flessibile e rapida, quale può essere il tipo di intervento d’animazione da mettere in campo con i singoli bambini. Naturalmente, quando possibile, il Clown Dottore può essere il motore di eventi diversi, organizzati da altre figure (ad es. Volontari del Sorriso) come spettacoli di teatro di figura e/o con attori (dai contenuti sempre “terapeutici”), momenti musicali collettivi, affabulazioni, disegno, cartonnage ecc… Così queste azioni fungono da momenti complementari che sostengono l’azione del Clown Dottore nel rasserenare gli ambienti, nel rendere i piccoli protagonisti attivi sulla realtà che vivono e sul tempo della degenza. La scuola in ospedale, e gli/le insegnanti che vi operano, rivestono un ruolo fondamentale nel tenere aperti i collegamenti tra il prima ed il dopo degenza. Il Clown Dottore è una figura in via di riqualificazione, con delle specificità e caratteristiche importanti, un po’ insegnanti, un po’ animatrici, un po’ assistenti sociali, un po’ mediatori culturali… Infine, è importante che altri operatori ludici possano intervenire nelle lunghe ore di vuoto e noia riempite solo da centinaia di ore di TV.

Bibliografia

Bokun B. Ridere per vivere. Come vincere lo stress. Milano, Mondadori, 1997

Fioravanti S., Spina L. La terapia del ridere. Guarire con il buonumore. Como, Red edizioni, 1999

Patch Adams Salute! Milano, Urra, 1999

Fo J. Guarire ridendo. La medicina che non ha bisogno di ticket. Milano, Mondadori, 1997

Lawson J. Endorfine, la tua droga personale della felicità. Borgofranco d’Ivrea, Blu International studio, 1997

Hodgkinson L. La terapia del sorriso. Milano, Armenia, 2001

Sitografia

www.clownterapia.it
www.patchadams.it
www.aath.org

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