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Servizio Sociale tra qualità e responsabilità

SERVIZIO SOCIALE TRA QUALITÀ E RESPONSABILITÀ“: I DIVERSI RUOLI MANAGERIALI DELL’ASSISTENTE SOCIALE. XII Congresso Nazionale Ass.N.A.S: giornata seminariale del 30 novembre 2007.

Si è tenuto il 30 novembre u.s. a Rimini il seminario di apertura ai lavori del XII congresso nazionale dell’Associazione Nazionale Assistenti Sociali che, moderato dalla presidente Dott.ssa Franca Dente, ha toccato il non semplice tema della dirigenza e dell’aumento delle funzioni di responsabilità affidate all’assistente sociale, sempre più inserito nel governo delle politiche pubbliche e delle politiche sociali.

A causa del contemporaneo sciopero dei mezzi di trasporto pubblico le autorità politiche invitate non hanno potuto essere presenti, ma per sopperire alla mancanza hanno mandato una nota o un saluto per augurare buon lavoro ai presenti.

Anche la presidente dell’Ordine Nazionale Assistenti Sociali Dott.ssa Fiorella Cava, per motivi di salute, non ha potuto partecipare ed è stata sostituita nella sua relazione dalla dott.ssa Mirella Zambello consigliere del CNOAS.

Le relazioni che si sono succedute durante la giornata hanno toccato il tema della managerialità sotto diversi punti di vista: la maggior parte erano stilate da assistenti sociali.

Gli argomenti più ricorrenti sono stati l’importanza della managerialità nella professione, il fatto che l’assistente sociale spesso affronta “con diffidenza” il ruolo manageriale oppure lo affronta senza riuscire, in certi casi, a conciliarlo con il lavoro di base.

Non sono mancate le argomentazioni sulla managerialità in senso stretto quindi relazioni che sono apparse come vere e proprie “lezioni” su cosa sia la managerialità.

In particolare l’intervento del prof. Willem Tousijn, sociologo della facoltà di economia dell’università di Torino, ha scaldato gli animi con un interessante confronto tra la managerialità nel sistema sanitario e nel sistema dei servizi sociali, argomentando come funziona e come sia cambiato il managerialismo nel sistema sanitario e ragionando sul fatto che al suo interno la diffusione del “consumerismo”, cioè il paziente che con il tempo è cambiato diventando più esigente, meno dimesso e sottomesso, perché più colto, è un problema per i medici (mentre nel sociale l’utente è il centro dell’intervento e partecipa ad esso).

Interessante trattazione è stata quella della dott.ssa Edda Samory che ha illustrato come l’assistente sociale dovrebbe stare più all’interno della sua realtà specifica, nel senso che principalmente bisognerebbe costruire una vera e propria Direzione del Servizio Sociale superando il modello organizzativo dei grandi enti locali e in secondo luogo pensare alla managerialità dell’assistente sociale.

“Bisognerebbe identificare, sostenere e promuovere il modello organizzativo si servizio sociale perché la prospettiva di mancanza di carriera crea uno stato di cronicità dei soggetti”.

Gli ultimi interventi della giornata sono stati quelli che hanno portato una dimostrazione pratica di come l’assistente sociale può svolgere funzioni manageriali del proprio ambito lavorativo.

Si sono susseguite le relazioni di:

– Bertagna Giovanni, assistente sociale del Consorzio del Chierese, che ha affrontato la tematica “assistente sociale di base tra interventi socio- assistenziali e responsabilità di progetto”;

– Trabucco Gabriella, assistente sociale responsabile I.R.V. (Ist. Riposo Vecchiaia) casa protetta di S. Marino di Torino, che ha tracciato il suo percorso di carriera elaborando il tema “da assistente sociale di base alla posizione organizzativa”;

– Mussano Laura, Direttore Generale del Consorzio dei Servizi Socio-Assistenziali dell’Alessandrino, che commentando il ruolo che ricopre in chiave manageriale ha trattato il tema “giocare ruoli diversi nella realtà operativa”.

Dal dibattito finale è risultato che il problema della managerialità dell’assistente sociale è quello di non essere ancora pienamente riconosciuto all’esterno. L’assistente sociale può ricoprire ruoli dirigenziali, ma per farlo deve dimostrare di essere preparata e qualificata.

Un aiuto in tal senso, a questo punto della storia, si ha dai piani socio sanitari che le regioni stanno stilando per il nuovo triennio, piani che portando ad attuazione le direttive della legge 328/00 che riconoscono all’assistente sociale il ruolo manageriale che merita.

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