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“Perché”

Però, una volta avvinghiato il male avendo trovato il sistema per renderlo impotente nel grande fiume della vita, mi è permesso di farmi delle domande, di pormi degli interrogativi, appunto: perché il mio soffrire?

Io la penso così: si è immersi nel grande ingranaggio della vita che parte da lontano, da milioni di anni per terminare chissà quando. Si parte dalla materia che tende sempre più verso una grande energia che, quando vorrà Dio, diventerà energia tutta permeata dal divino. In questo processo ci sono io, c’è il mio male; c’è la sofferenza di miliardi di uomini e donne. Non è colpa di nessuno (eccetto casi particolari) se esiste il male. Né di Dio né di Satana.

Esiste nell’evoluzione del mondo verso un progressivo stadio di spiritualizzazione delle cose. E’ inutile ribellarsi al dolore: esso c’è e nessuna forza lo può estirpare del tutto. Cesserà quando la materia (che è il luogo del dolore) subirà una svolta radicale che indirizzerà tutto all’energia spirituale. Non prima.

Sì, ho sofferto per oltre 50 di nevrosi e ho visto che il sistema migliore per affrontare qualsiasi malattia e trovare un equilibrio soddisfacente, è opportuno non chiedersi mai perché soffro, perché proprio a me, ecc… Non si arriverà mai a capo di nulla. Si approderà solo alla disperazione e alla follia.

Nello stadio attuale io posso solo trovare il sistema per rendere la mia materia (corpo e spirito) capace di eliminare le resistenze che essa oppone all’essere trascinata dal fiume della vita. Senza un sé e senza un ma. Questo solo posso fare.

Mi è di conforto sapere che ognuno di noi esseri umani, ognuno a proprio modo, contribuisce con la sua vita “donata” al cammino verso la luce, verso la spiritualizzazione di tutto l’essere cosmico.

Ma questo discorso lo posso fare solo ora che ho acquistato una certa pace interiore, che sono dentro il fiume della vita con tanta serenità. Ma non prima. Prima esisteva solo il caos mentale per me e non mi era permesso dare alcuna risposta al mio dolore senza limiti. Ora lo faccio e trovo il mio ragionamento pacificante per me. Vivo in una duplice dimensione: quella della quiete psicofisica e quella di essermi dato una risposta soddisfacente.

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