Sfumature del vissuto quotidiano dei minori: un terreno minato, tra devianza e rischio di criminalità. La prevenzione ed i processi di inclusione sociale (VIII parte)
CONCLUSIONI
In conclusione il percorso effettuato, nel tentativo di comprendere da cosa derivi il disagio ed in particolare la devianza minorile, ha permesso di constatare un forte senso di disorientamento del minore all’interno della società, più precisamente nelle aree maggiormente significative durante il suo sviluppo. Sia la famiglia (precarietà degli equilibri e funzionalità educativo-formative) che la scuola perdono sempre più il loro ruolo fondamentale di educazione dei ragazzi, lasciando i minori molto spesso in uno stato di confusione e di disorientamento.
Si può dire che di fronte a continui messaggi contrastanti presenti nella società, i ragazzi non hanno più punti di riferimento e troppo spesso ritrovano nel gruppo dei pari l’unico appiglio e l’unico modo per sentirsi protagonisti. Si osserva, da parte dei giovani di oggi, una ricerca accattivante ed irruenta dell’oggetto ricercato: il futuro; il futuro di un domani migliore.
Invece di pensare alla persona in difficoltà come soggetto determinato, condizionato dall’esterno e privo di capacità autonome, lo si considera dotato di risorse proprie e capace di giocare un ruolo nella definizione del suo destino. Invece di porre l’accento sulla debolezza della persona e sui suoi comportamenti devianti (con tutti i rischi noti di stigmatizzazione), si pone l’accento sui connotati positivi della sua personalità, sulle sue capacità e sulle sue abilità. Invece di pensare alla prevenzione del disagio, si pensa alla promozione dell’agio. Invece di inventare i modi di intervento, si valorizzano e si potenziano le risorse esistenti, soprattutto quelle delle cosiddette reti di relazione informali.
La necessità allora è di potenziare i principali fattori di protezione, che sono:
le relazioni emotive stabili con almeno un parente o una persona;
– un ambiente educativo positivo ed aperto;
– un livello minimo di competenze cognitive;
– alcune attitudini personali che dispongono a superare i problemi (adattabilità, capacità di formulare strategie, capacità di riflessione, controllo dei propri impulsi, forte capacità di comunicazione interpersonale, senso dell’ironia, ecc.).
I principali fattori di protezione da potenziare sono:
– le relazioni emotive stabili con almeno un parente o una persona, che dimostri un atteggiamento di accettazione incondizionata del soggetto e gli assicuri una qualche forma di sostegno sociale;
– un ambiente educativo positivo ed aperto, capace di fornire orientamenti e fissare delle norme e delle regole, di rappresentare modelli di superamento delle difficoltà in modo costruttivo, con un certo equilibrio tra esigenze di riuscita e di responsabilità sociali;
– un livello minimo di competenze cognitive (livello medio di intelligenza, capacità di comuni-care, realismo);
– alcune attitudini personali che dispongono a superare i problemi (elasticità e adattabilità, capacità di formulare strategie, capacità di riflessione, controllo dei propri impulsi, forte capacità di comunicazione interpersonale, buon livello di comunicazione verbale, senso dell’ironia, ecc.);
– la sperimentazione della possibilità di incidere sulla propria vita, ossia di una certa efficacia del proprio agire, da cui possa svilupparsi il sentimento di fiducia in sé stessi, un’immagine positiva di sé, la percezione di poter affrontare i fattori di stress combattendoli attivamente;
– il percepire che la propria vita può avere un senso, una logica ed una coerenza (fede, religione, ideologia, ecc.).
L’importanza nelle società di oggi è porre un’attenzione di tipo tecnico-specialistica al minore in crescita ma studiando, nel contempo, lo squilibrio che esiste tra i tanti stimoli emotivi, le sollecitazioni culturali, le esigenze materiali, il numero e la quantità dei criteri valutativi. Le due strade principali da percorrere, per agire sulle radici del disagio minorile, saranno: la rinnovata e la riacquistata centralità educativa della famiglia e l’interazione tra le diverse agenzie educative.
Buongiorno,ho trovato gli articoli molto interessanti e scriverò la mia tesi su tale argomento, volevo avere un paio di consigli anche in privato per la bibliografia.
grazie Martina
Commento by martina leonini — 18 Settembre 2015 [Permalink]
Nella prima parte dell’articolo trovi bibliografia e sitografia.
http://blog.assistentisociali.org/2015/05/30/devianza-e-disagio-minorile-i-parte/
Commento by Marianna Lenarduzzi — 18 Settembre 2015 [Permalink]