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Minore con disagio psico-sociale e provvedimenti di limitazione della libertà personale

Da una ricerca effettuata è emerso che il soggetto con disagio psicosociale è equiparato/associato al soggetto con disagio psichiatrico.
Ho quindi ritenuto necessario utilizzare alcuni testi ed articoli tematici tratti da riviste specializzate per approfondire l’argomento.

Per l’adolescente sono previsti i seguenti compiti:
– Conoscere il proprio corpo, accettarlo e rispettarlo
– Saper gestire socialmente il proprio ruolo maschile e femminile relazionandosi con coetanei di entrambi i sessi
– Accettare le proprie pulsioni e padroneggiarle secondo valori condivisi
– Conseguire autonomia ed indipendenza psicologica e sociale nei confronti degli adulti
– Stabilire un’interazione adeguata con le istituzioni sociali (scuola, mondo del lavoro, situazione socio-politica)
– Definire progressivamente una propria “filosofia di vita”
– Progettare il proprio futuro

Il comportamento dell’adolescente appare instabile ed imprevedibile, il ragazzo/a è soggetto a sbalzi d’umore, per alcuni l’adolescenza è definibile come una forma di psicosi.
I ragazzi sono soggetti a cambiamenti derivanti dalle modificazioni ghiandolari della pubescenza e da quelle fisiche derivanti dal riadattamento ghiandolare.
A questo si associa una modificazione della struttura psicologica con un’intensificazione dell’impulso di sviluppo ed al contempo una “pressione” per il conseguimento di una struttura psicologica adulta.
La modificazione psicologica si avverte sia per l’interesse sessuale che a quest’età diventa consapevole, esplicitata anche verbalmente secondo le abitudini del gruppo di appartenenza; sia la percezione del desiderio di abbandonare la dipendenza infantile e conseguire lo stato adulto.
Tale pressante desiderio si esprime con la negazione dei modelli comportamentali dei genitori e della validità/solidità delle loro esigenze accettando totalmente invece la filosofia determinata dal gruppo dei pari.
Chi compone il gruppo sta “combattendo” le stesse lotte dell’adolescente. Tuttavia l’accettazione della sessualità e dello stato adulto da parte sia del singolo adolescente sia del gruppo resta piuttosto incerta.
L’insieme dei comportamenti, a quest’età appaiono infatti come un’immagine contraddittoria e confusa. La riproduzione e l’autoaffermazione sarebbero possibili in un ambiente diverso. In realtà, l’attuale società, per la sua complessità richiede il rinvio del matrimonio e l’indipendenza in un periodo della vita molto più avanzato rispetto a quello biologico.
Ciò determina un controllo esterno all’adolescente sul suo processo di maturazione creando a volte situazioni paradossali.
I genitori infatti riducono la sorveglianza sul ragazzo, la scuola adotta un insegnamento articolato per materie con la presenza di diversi insegnanti che non si occupano più dei suoi problemi quotidiani.
L’adolescente deve quindi iniziare a risolvere da solo i suoi problemi e deve imparare a cercare l’aiuto degli altri di propria iniziativa; tuttavia non ha ancora un controllo completo dei suoi impulsi ed è incurante della legittimità delle preoccupazioni degli adulti che si occupano di lui. Egli vede il mondo intorno a sé come una serie di opportunità che svaniscono per colpa dell’ansietà degli adulti prima che egli ne possa godere.
Il desiderio di amore rafforzato dall’impulso sessuale e la pulsione aggressiva stimolata dal desiderio di indipendenza si sono accentuati. L’adolescente vuole crescere ed allo stesso tempo sottrarsi all’autorità dei genitori continuando a cercare in sé stesso e nei coetanei un appoggio e determinati modelli comportamentali cui riferirsi.

I ragazzi imparano la vita dagli adulti, hanno paura del futuro e di se stessi, la società deve aiutarli a superare queste paure prestando tutta l’attenzione che loro spetta (convenzione di New York 1989), spiegando il perché di concessioni e divieti, dimostrando concretamente, con l’esempio quotidiano e diffuso che il rispetto delle regole, di se stessi e degli altri sono il solo modo per ricevere rispetto.

Agli adulti significativi per il ragazzo ed in particolare ai genitori spetta il compito di saper far fronte al bisogno emotivo dell’adolescente di conseguire una stabile indipendenza che gli consenta sia di cominciare a far fronte alle esigenze sociali attuali che prolungano il periodo di dipendenza sia ad aiutarlo a sperimentare i suoi impulsi in modo costruttivo per “liberarsi” di loro stessi ottenendo anche il piacere del successo. Ogni successo infatti servirà all’adolescente ad accrescere la fiducia nelle sue abilità per poter affrontare il mondo cui appartiene.
L’adolescente si rafforzerà quando inizierà a riconoscere il valore di punti di vista diversi ed al contempo accetterà l’aiuto proposto superando il suo stato di confusione ed ottenendo man mano nuovi appoggi che agevoleranno la sua maturazione.
Le varie fasi si fonderanno in un modello di comportamento cauto ma anche saldo avviando così il carattere adulto.

Il bene principale della sicurezza sociale si tutela meglio se insegniamo a tutti che bisogna rispettare le leggi, le regole.
Sarà necessario continuare a rimuovere le cause che possono fornire un alibi a chi delinque.
Tali alibi giustificano il soggetto di fronte a se stesso determinando il rischio di ripetersi dell’atto/reato; altresì la segregazione deve essere considerata come l’ultima scelta specie quando si tratta di minorenni.
E’ necessario tenere presente che: i ragazzi imparano la vita dagli adulti.

Se si considera la “gravità della lotta” combattuta dall’adolescente nel processo di transizione dall’infanzia all’età adulta, non ci si deve sorprendere che questi giovani manifestino alcuni dei problemi più difficili, siano essi sociali, a causa di un comportamento delinquente, che individuali, per lo sviluppo di disordini mentali, di nevrosi e psicosi.
Per intervenire con gli adolescenti, per potergli dare l’aiuto di cui hanno bisogno è necessario realizzare un trattamento in base alla dinamica del disturbo di ognuno di loro.
Il minore con disagio psicosociale con provvedimenti di restrizione della libertà personale – in particolare – è sottoposto al codice di procedura penale minorile D.P.R. 448/88 ed al regolamento di attuazione relativo D.L. 272/89 e successive modificazioni.

(L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce salute non solo l’assenza di malattia ma l’insieme delle condizioni che consentono di ottenere il benessere psicofisico quindi qualità delle relazioni, dell’ambiente di vita e studio.
Per i minori stranieri ritengo che un rapporto di collaborazione con specialisti della salute mentale con esperienze di contatti con culture altre rispetto alla nostra possa ritenersi funzionale al raggiungimento dell’obiettivo salute anche per i minori stranieri seguiti dai Servizi della Giustizia Minorile.)

Dal 1 ottobre 2002 presto servizio presso l’Istituto penale per i minorenni di ……. i minori subiscono di fatto la massima restrizione della libertà personale in un ambiente di ridotte dimensioni.
L’operatività in Istituto è caratterizzata dai “tempi”. I ragazzi chiedono “Quanto dovrò restare qui?”, chiedono limiti entro i quali lasciare uno “spazio mentale” per l’Istituto, per sopravvivere all’Istituto.
I tempi sono tuttavia legati al procedimento penale in corso o …ai procedimenti penali in corso o… già definiti.
I ragazzi presenti in Istituto spesso non sono minori, spesso sono in attesa del primo giudizio, a volte hanno già una condanna ed allora l’Istituto diventa un “ponte” per un dopo già definito grazie all’intervento dell’USSM e delle famiglie.
In Istituto quotidianamente ci sono le attività di alfabetizzazione, scolarizzazione, formazione professionale, sportive e ludico-ricreative.
I ragazzi scandiscono la loro esperienza detentiva con le fasi processuali che si susseguono, che comprendono a fatica, che di fatto subiscono.
Alcuni ragazzi che ho seguito finora non avevano conseguito ancora il diploma di terza media ed è stato proprio questo il primo degli obiettivi che ho proposto e concordato con il ragazzo e gli altri operatori coinvolti.
Ho cercato di avviare per loro un possibile successo, un obiettivo che gli consentisse di sperimentarsi positivamente ed al contempo di poter adempiere all’obbligo formativo.
In particolare intendo riportare l’esperienza di F. che durante la detenzione ha conseguito il diploma di terza media ed ha avviato i colloqui necessari per essere inserito in un progetto realizzato dalla Provincia di ……. per adempiere all’obbligo formativo.
Tale progetto, finanziato con fondi europei, è stato strutturato per consentire ai ragazzi entro i 18 anni residenti in Provincia di ……. di avviare sei esperienze formative/lavorative protette. Il ragazzo potrà acquisire una pluralità di esperienze senza accumulare negativi fallimenti ed effettuare una scelta rispetto al settore ove inserirsi come formazione professionale.
Il progetto già attivo nella provincia ha consentito, grazie alla flessibilità esperienziale che lo distingue, numerosi inserimenti lavorativi al termine della formazione professionale con soddisfazione sia dei ragazzi sia degli artigiani e dei piccoli industriali coinvolti.

Bibliografia selezionata:
Lo sviluppo psicosociale del fanciullo (I. M. Josselyn)
Riabilitazione psicosociale (L. Corvoglia)
L’educazione difficile (E. Lombardi)
L’educatore penitenziario : compiti, competenze iter formativo (T. Bortolotto)
Riforma del mercato del lavoro (autori vari)

Legislazione di riferimento
Decreto Presidente Repubblica 448/88 – Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni –
Decreto Legislativo 272/89 – Norme di attuazione, coordinamento e transitorie del D.P.R. 448/88, recante disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni –
Codice Penale
Codice Procedura Penale
Ordinamento Penitenziario – Legge 354/75 norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà citata in nota all’articolo 141 c.p. Capo II DELLA ESECUZIONE DELLA PENA-

nota: I nomi dei luoghi sono stati omessi per favorire la tutela dei soggetti coinvolti nel progetto.

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