Gli inclassificabili
Sono sempre più frequenti i casi di persone che giunte a una certa età, nonostante l’autosufficienza e una mancata diagnosi di Alzheimer o di demenza, alternano momenti di lucidità a momenti in cui prevale l’aspetto elirante..spesso si tratta di anziani soli, la cui solitudine va ad alimentare le loro paure e, conseguentemente, piccole diffidenze che sfociano in vere e proprie manie di persecuzione. La Psichiatria nei confronti degli ultra-sessantacinquenni spesso e volentieri rimanda alla Geriatria, il Geriatra, se effettua la propria visita nella fase di lucidità della persona, difficilmente in base ai propri tests riscontrerà delle patologie specifiche.
Abbiamo quindi a che fare con anziani “non psichiatrici”, “non dementi” che, comunque, in alcuni momenti, rischiano di essere pericolosi per sé e per gli altri. Il problema viene “contenuto” laddove si tratti di persone con una buona rete familiare, magari parenti conviventi, anche se il carico assistenziale si fa comunque gravoso…ma chi non ha nessuno?
Senza adeguate certificazioni la persona risulta in grado di intendere e di volere e se rifiuta i servizi proposti (inserimento in Centro Diurno, assistenza a domicilio, inserimento in Struttura Residenziale…) si hanno le mani legate rispetto a qualsiasi progetto si intenda elaborare ed attivare nei suoi confronti. Lo stesso amministratore di sostegno, laddove venga nominato, non sempre ha potere rispetto a determinate scelte… Sempre più spesso, quindi, può capitare di trovare a giro per le strade anziani disorientati, nel pieno della fase di mancata lucidità: chi li incontra si chiede come mai i Servizi non facciano nulla per loro, quando magari l’assistente sociale da mesi è in attesa dell’appuntamento con il Giudice Tutelare, per rivedere la situazione.
Non abbastanza dementi…non abbastanza psichiatrici..da poter essere tutelati nei tempi e nei modi adeguati.
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