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Le fasi di costruzione della formazione

Quale dovrebbe essere la condizione ottimale di inizio di una programmazione della formazione? Secondo alcuni autori il modo migliore per progettare formazione è lavorare all’indietro (work backwards), partendo cioè dai risultati che si vogliono ottenere. Ma attenzione: non che cosa si vuole fare, ma a che cosa mira quello che si vuole fare. In questo è necessariamente compreso ciò che può essere deciso dal singolo formatore, ma anche tutto ciò che sia già indirizzato da scelte operate a livello più generale (ad es. dal committente).
Tale considerazione è il punto di partenza di una corretta programmazione, o progettazione, formativa. Essa è infatti un processo unitario che si compone di varie fasi. Sono state elaborate molte versioni di questi momenti, anche in rapporto al diverso livello di progettazione ipotizzata, ma si trovano in maniera ricorrente tappe rilevanti, quali:
– un’indagine sulla situazione formativa dei discenti;
– una fase di elaborazione e definizione di cosa si intende raggiungere;
– un momento di elaborazione di come lo si vuole raggiungere;
– un momento infine di verifica di ciò che è stato fatto fino a quel punto.

In base al risultato di questa verifica, il processo può sostanzialmente riprendere in maniera circolare o interrompersi. Raggruppati in questo modo i momenti chiave della programmazione sarebbero dunque quattro:
1) Analisi dei bisogni formativi, analisi delle risorse e dei vincoli;
2) Definizione degli obiettivi;
3) Progettazione dei percorsi: elaborazione di strumenti e metodi (didattici e di valutazione), definizione di contenuti e tempi;
4) Verifica della corrispondenza degli esiti agli obiettivi posti in partenza.

Una volta abbozzati gli elementi portanti la programmazione della formazione possiamo entrare un po’ più nel dettaglio, analizzandone gli elementi costitutivi.

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