Esodi economici e politici: scenari attuali
Le istituzioni europee nel complesso tendono a vedere il problema migratorio solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, in particolare applicando politiche che regolamentano, controllano e scoraggiano le migrazioni.
Nonostante l’azione più forte delle forze dell’ordine gli immigrati sono raddoppiati e tre sono le ragioni di questo incremento.
La prima causa del fenomeno migratorio è la profonda diseguaglianza di sviluppo tra nord e sud del mondo. La modernizzazione favorisce l’espulsione di contadini e braccianti dalle campagne verso le metropoli più sviluppate e inoltre i movimenti interni preludono le migrazioni internazionali.
La seconda causa è la crescita delle aspettative delle popolazioni del sud del mondo: i movimenti di indipendenza politica in molti paesi non hanno creato sviluppo, ma non è diminuita neanche la voglia di vivere in condizioni di vita più dignitose.
Una parte cospicua della migrazione è costituita da donne che hanno visto crescere le proprie aspettative dal processo di indipendenza e dalla costituzione di un sistema di istruzione nel proprio paese.
La terza causa del fenomeno migratorio è l’esigenza delle imprese e delle famiglie occidentali di avere a disposizione forza lavoro flessibile e disponibile a svolgere mansioni pesanti che gli autoctoni non vogliono più fare.
L’Europa continua a chiamare gli immigrati: società e mercato sono vasi comunicanti, alcune persone vivono in una situazione di instabilità continua e senza il riconoscimento effettivo dei diritti umani, mentre dall’altro lato c’è chi si avvantaggia di questo.
Non c’è soluzione al fenomeno e, spesso ,dramma dell’immigrazione se non si interverrà sui processi di disuguaglianza e sviluppo, realizzando veramente l’eguaglianza dei diritti enunciati nella Dichiarazione dei Diritti dell’uomo del 1948, che sono stati riconosciuti come inalienabili.
Non c’è una soluzione facile, neanche l’ostruzione alle frontiere, neanche una legislazione che difenda la tolleranza zero.
Nessun commento Leave a comment »
No comments yet.
Leave a comment