Esame di stato… qualche consiglio (senza pretese)
Se gli esami non finiscono mai, quello di stato però ci va abbastanza vicino, è quindi naturale quel po’ di ansia che prende chiunque si misura con una valutazione e soprattutto con una valutazione di cui non si conoscono le coordinate.
Infatti l’università ci ha abituato a misuraci con gli esami attraverso meccanismi quasi automatici di controllo: “questi sono i testi, il professore fa spesso queste domande, sono stato/a alle lezioni quindi possiedo un po la materia ecc…”
Ma certo non è pensabile che anche l’esame di stato possa essere considerato l’ennesimo esame universitario. Chi si presenta ad un esame di stato dovrebbe possedere,anzi dovrebbe aver metabolizzato, le necessarie conoscenze tecnico-professionali. Diamo per scontato infatti che il candidato ha effettuato e concluso con successo un percorso formativo e un’altra istituzione (l’università) ha certificato questo stato di conoscenze.
In ogni caso le materie oggetto degli esami di stato sono quelle che possiamo definire più centrali rispetto allo specifico professionale, una buona preparazione deve quindi considerare lo studio degli argomenti chiaramente descritti nel D.P.R. 5 giugno 2001 n. 328.
Va tenuto infatti conto che anche la commissione opera nella ricerca di queste competenze dentro quello che è il mandato valutativo stabilito dalla legge.
Possiamo aggiungere che una “buona” commissione comunque non verifica solo questo, ma orienta la propria valutazione anche ad una accertamento della capacità ad agire come Assistente Sociale. In questo senso l’attuale formula d’esame è oggettivamente inadeguata e succede così che ogni sede universitaria, anzi ogni commissione d’esame (che varia anch’essa ogni anno) si auto-organizza con griglie valutative diverse che possono andare dal mero accertamento delle nozioni alla valutazione delle capacità “creative” del candidato di collocarsi nei servizi.
Cosa fare e cosa non fare?
– Fatevi una check list degli argomenti sui quali vi sentite più carenti sulla base di quanto previsto per il superamento della prova. Gli argomenti li trovate nel citato D.P.R. 5 giugno 2001 n. 328 (art 22 per l’albo A e art. 23 per l’albo B)
– Rileggere – senza ansie mnemoniche – un buon manuale di servizio sociale e un libro sull’organizzazione dei servizi.
– evitare i manuali tipo “come superare l’esame di stato” o simili, come detto ogni università ed ogni commissione possono articolare la prova in maniera completamente differente da sede a sede e da sessione a sessione, quindi nessun compendio può prevedere una formula valida sempre e comunque.
Per le prove scritte:
– analizzare con tranquillità l’elaborato proposto, se vi sembra generico – al di la di possibili, ma non dovuti, chiarimenti della commissione – pensate che probabilmente è una scelta tesa a farvi esprimere più liberamente.
– dimostrare – con 2 pagine – una capacità di sintesi e chiarezza. Sono doti in ogni caso necessarie, oltre che all’esame, anche nell’esercizio pratico della professione. Non saranno certo i trattati che iniziano citando il congresso di Tolmezzo (???) convegno di Tremezzo o citazioni roboanti che convincono una commissione della capacità di agire.
– la sintassi è importante, per un A.S. la comunicazione scritta è uno strumento di lavoro e dice molto della precisione di un impegno
– scaricatevi l’elenco delle tracce che sono uscite finora e provate a svolgere qualche prova. Se ne avete l’occasione chiedete al vostro ex supervisore un parere.
– spero che sia un consiglio inutile … ma evitate il lessico e la grammatica degli sms … non arrivereste vivi agli orali.
Le prove orali spesso consistono in un confronto e discussione su quello che avete scritto negli elaborati. Sarebbe quindi utile che immediatamente dopo aver sostenuto la varie prove scritte, vi facciate rapidamente un riassunto di quello che avete elaborato per potervi “difendere” nella sessione orale quando potrà capitare che arrivino domande tipo: “lei ha scritto che …. ci spieghi meglio cosa intendeva”.
La conoscenza della legislazione è uno spauracchio che spesso fa disperdere enormi energie ai candidati. E’ ovviamente importante conoscere bene la normativa che regolamenta l’assetto dei servizi e il diritto in generale, ma è assai improbabile che vi si chieda cosa recita “l’articolo 70 della legge 184 del 1983, così come modificato dall’art. 34 della Legge 28 marzo 2001, n. 149 “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184”. Una discussione sulla “dottrina” che ispira una determinata legge è più utile per dimostrare una maturità professionale.
Questi consigli sono solo …. consigli appunto, senza pretese di essere completi o addirittura fondamentali per il superamento dell’esame di stato. La speranza è che li troviate utili anche nella loro parzialità.
P.S.) ah !!! se siete corsi a controllare cosa recita l’articolo 70 ecc ecc …temo che ci sia da lavorare un po’ sull’ansia…
grazie per i consigli d’oro. io mi sto praticamente perdendo in un bicchiere d’acqua sulla ipotetica seconda prova di politica sociale. cosa dovrei assolutamente non tralasciare a parte la 328/2000? help help….
tutto ciò che potrebbe essere interessante è tutto contenuto in quella legge….
Grazie
Commento by grazia — 22 Novembre 2010 [Permalink]
congresso di tolmezzo??????!!!!!?????
intendevi forse convegno di tremezzo????
Commento by alessandra — 22 Novembre 2010 [Permalink]